Rimango altre quattro ore in sella, e guido finché il sole è già quasi al tramonto, secondo una sana abitudine che da tempo ero costretto a perdere, prima di fermarmi in un villaggio qualsiasi per passare la notte. E’ una delle sensazioni che ho sempre amato di più, e che così spesso mi ha dato l’illusione di essere libero e padrone della mia vita: quel grappolo di minuti dalla consistenza indefinibile, quando non è ancora buio e non è più giorno, e tu entri in un posto che non hai mai sentito nominare, con la consapevolezza che domani sarai già lontano, e che per altri mesi, per altri anni, per altri grappoli di minuti della stessa intensità continuerai ad allontanarti, assecondando il dipanarsi di una matassa il cui filo ti si srotola tra le mani senza farsi accorgere, e finisce dall’altra parte del mondo.
da “Brum Brum – 254.000 chilometri in vespa” di Giorgio Bettinelli
http://www.giorgiobettinellifansclub.it
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Qualche volta capita di conoscere qualcuno quando apprendi la notizia che è morto.
Così ho fatto qualche clic per saperne di più e ho trovato racconti (e modi di raccontare) molto interessanti. Tipo:
Parlare cinese in Cina (malissimo ma sforzarsi di parlarlo, e ascoltarlo a piu’ non posso) aiuta come bere birra all’Oktoberfest di Monaco di Baviera, per essere una spugna di storie che altrimenti non ascolteresti, da astemio.